venerdì 6 gennaio 2012

Prima neve in Altopiano

Negli ultimi giorni dell'anno appena passato il calo termico è puntualmente avvenuto, a seguito dell'ingresso delle correnti più fredde. L'instabilità generata dall'aria più fredda ha provocato le prime nevicate stagionali a quote finalmente più interessanti. Così nei boschi dell'Altopiano, in cui l'unica nevicata sino ad allora era stata quella degli aghi di larice, d'improvviso una coltre nevosa anche se non significativa come quella dello scorso inverno cancellava ogni traccia d'autunno.

La neve non è stata molta, saranno 15-30 cm, ma sufficente a coprire i prati, imbiancare gli alberi, e creare una vera atmosfera invernale.
La coltre bianca che ricopre qualsiasi traccia delle passate stagioni, gli alberi incrostati di neve e ghiaccio come se sigillassero il bosco,........ e con la neve arriva anche il silenzio.

La neve in montagna ha il dono di ricreare un silenzio quasi assoluto, totale.

Un silenzio che aiuta a rigenerarsi, a ritrovarsi, a uscire da una malattia o da un dolore. E quando si ha la fortuna di avere tutto questo in un angolo di paradiso incontaminato a due passi da casa perché non approfittarne ?
Così decido per una escursione insolita. Parto alle 3 del pomeriggio con l'obiettivo si salire in Altopiano ad osservare il tramonto del sole da un balcone privilegiato: il Monte Baldo lungo la dorsale delle malghe di Longara (o l'Ongara).

Dopo aver parcheggiato l'auto presso la Baita Sporting Club da dove partono gli impianti di risalita per le Melette, mi preparo e sono subito pronto per imboccare la strada forestale che, lungo la val Krauslava, mi porta in breve alla croce di Ongara.
Volgo lo sguardo verso nord e mi accorgo che la collina dove sorge la Casara Ongara di dietro, poco prima della cima è stata raggiunta dai primi raggi colorati del sole al tramonto.

I colori caldi del tramonto riescono a raggiungere ed illuminare dalla parte opposta, a nord-est, anche il gruppo di cima d'Asta e le Pale di San Martino rivestendo le pareti di una fiocca luce calda che dona alla roccia il colore dell' enrosadira.


Sono completamente solo, nessun rumore, solo il fruscio dei miei passi sulla neve ed il soffio del mio respiro.
All'improvviso il vento.
Un vento termico di valle inizia a soffiare sollevando, appena sopra la superficie, i fiocchi di neve non trasformata e rendendola vaporosa ed impalpabile come i sogni delle prime ore della notte.

Mi fermo per coprirmi  e proteggermi dalla sensazione di freddo prodotta dalla perdita di calore corporeo dovuta al vento (Wind Chill) e quando riparto mi accorgo che il vento ha coperto tutte le tracce rendendo il paesaggio ancora più irreale e fantastico.



 E, mentre mille pensieri tengono compagnia ai miei passi, il silenzio attorno a me è ora ancora più pregnante, più immanente e si esalta in modo naturale nella dimensione di questa totale solitudine.

E in questo momento mi tornano alla mente le parole di Mario Rigoni Stern che, raccontando l'inverno, scriveva " ........anche il tempo diventa irreale e ti sembra di vivere in un mondo metafisico come dentro un sogno: non ha più peso il tuo corpo anche se il tuo passo è fatica e cammini vagando da pensiero a pensiero"

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Mario,

proprio venerdi' 6 gennaio quando mi sono alzata ho sentito dentro di me un richiamo molto forte.

Dovevo andarci, avevo un appuntamento.

Ci sono andata al tramonto.

Certo, non e' sicuramente da paragonare alle bellissime immagini che hai visto tu, ma le "torri bianche" avvolte nel silenzio quasi assoluto che si respira in un giorno di festa e diventate infuocate dai raggi del sole del tramonto... quel posto diventa magia!

Quasi subito ho sentito dei richiami, inconfondibili, li aspettavo...

3 falchi, in volo, si rincorrevano!

E' iniziata una nuova stagione.

Maria

Nidia ha detto...

Immagini bellissime e racconti emozionanti. Grazie per la condivisione

mario ha detto...

@ Nidia:
grazie a te per aver condiviso il tuo passaggio nelle terre alte