lunedì 2 luglio 2012

Sciliar: una traversata nell'emblema dell'Alto Adige, passando per il Prügelwegg


Era da qualche anno che avevo in mente una traversata dello Sciliar, ma ci avevo sempre rinunciato per la difficoltà di riuscire a collegare tra loro il punto di partenza con quello d'arrivo. Finalmente studiando le linee e gli orari dei bus navetta che collegano i vari paesi (Fiè, Umes, Siusi)con la funuvia che porta all'alpe, ieri abbiamo deciso di avventurarci in questa stupenda traversata.

Arrivati a Fiè alle 8.20, lasciamo l'auto parcheggiata propio vicino alla fermata degli autobus. Un display digitale ci avvisa dei pochi minuti che mancano all'arrivo dell'autobus della linea 2. Giusto il tempo per preparare lo zaino, calzare gli scarponi e subito saliamo sul bus che ci porta alla partenza della funivia dell'Alpe di Siusi.

L'inizio del percorso comincia dalla stazione a monte della veloce cabinovia, Compaccio a quota 1.800 mt. Imbocchiamo la strada che, attraversata quella principale che collega Compatsch a Saltria e il complesso di alberghi dell'Alpe di Siusi, ci porta ad un tabellone in legno con indicati tutti i percorsi della zona, e subito dopo ad un bivio con la segnaletica (sentiero n. 10 per rifugio Bolzano) che ci indica di svoltare a destra.


Seguiamo quindi la strada sterrata carrozzabile per Rifugio Saltner, che sale in maniera dolce per prati e piccole casine in legno, usate probabilmente come depositi di attrezzi, qualcuna ristrutturata con tendine alle finestre e gerani in bellavista ci fa supporre la possibilità di un affitto.


Come non sognare allora i momenti di una giornata passata in questo paradiso, dove un paesaggio da favola si accompagna ad un silenzio quasi irreale, rotto solamente da una musica di una fisarmonica in lontananza. Continuamo a salire in maniera molto dolce fino a raggiunge quota 1.970 mt.

Proseguiamo dritto lungo un prato fiorito fino ad incontrare in discesa un secondo bivio, sempre ben segnalato. In questo crocicchio finalmente ci viene svelato il segreto di quel suono di fisarmonica che avevamo udito precedentamente in lontananza.(vedi foto a lato)
Da qui prendiamo il sentiero di sinistra che scende in direzione della Malga Saltner, dove facciamo una breve sosta.

Dal Rifugio malga Saltner la strada carrozzabile si interrompe lasciando posto ad un largo sentiero, che ridiscende verso la valle del Rio Freddo per poi risalire l'altopiano in direzione della dorsale che si erge difronte a noi e che costituisce il lato nord dell'altopiano dello Sciliar.


Dopo la pausa dalla Malga Saltner scendiamo per un breve tratto fino ad arrivare ad un particolare ponte in legno a quota 1.810 mt dove il nostro sentiero riprende a salire questa volta in maniera più decisa. Bisogna riguadagnare la quota iniziale, in quanto siamo scesi di 170 mt rispetto al punto più alto raggiunto dalla partenza.


Il sentiero è ben segnato e largo su terreno ben battuto, e mantenuto in maniera perfetta, e forse per questo viene anche chiamato "sentiero dei turisti". Il sentiero inizialmente attraversa ancora gli ultimi pascoli e prati, ma poco dopo raggiunge un piccolo bosco di larici e pini mughi.


Da questo punto il sentiero diventa più ripido procedendo con piccoli tornanti, sempre comunque attrezzati nei punti più difficili con ponti e scale.
Mentre saliamo con passo lento la vista spazia su tutta l'Alpe di Siusi. Così mano a mano che saliamo il panorama sotto di noi si apre sempre di più mostrandoci in tutta la loro bellezza e dolcezza le colline che formano l'altopiano.

 In direzione est, oltre alle imponenti pareti del Sassolungo e Sassopiatto notiamo il sentiero che scende con ripidi tornanti dalla forcella dei Denti di Terrarossa e le aeree creste percorse da una bella e impegnativa via attrezzata.
Risaliamo il sentiero sotto un sole cocente il cui calore viene dissipato da una brezza leggera che rende la fatica di quest'ultimo ripido tratto meno dura.
Finalmente raggiungiamo l'altopiano dello Sciliar,


dove il nostro sentiero ora diventa più leggero e mentre ci inoltriamo tra i prati e i pascoli dell'altopiano restiamo per un attimo ad ammirare di fronte a noi la magnifica vista sul Sassopiatto, sui Denti di Terrarossa e sul gruppo del Catinaccio.

Ancora una decina di minuti e, superata una collinetta, arriviamo al Rifugio Bolzano al Monte Pez (quota 2.450 mt). Dal rifugio è possibile raggiungere la vetta del Monte Pez (2.563 mt), in circa 10-15 minuti di cammino. Dalla cima la vista è stupenda ed è a 360°. Credo che questo sia uno dei punti panoramici più belli delle Dolomiti e il rifugio Bolzano con la sua location uno dei "luoghi del cuore" per chi lo frequenta.

Dopo una breve pausa, scendiamo in direzione sud seguendo il sentiero n. 1,  per prati che producono una fioritura così variegata e straordinaria che induce a distendersi per una pausa sognata e sognante. Purtroppo oggi dobbiamo fare ancora molta strada e così siamo obbligati a proseguire con la promessa di ritornarci a settembre per una due giorni con tappa al rifugio.
Il sentiero molto bello e facile da percorrere ci conduce in breve ad una malga recentemente restaurata e riaperta proprio il giorno prima (sabato). Non siamo ancora alla malga Seggiola, ma decidiamo di fermarci ugualmente per un frugale spuntino composto da speck (fatto in casa), formaggio e frittelle. Il tutto accompagnato da una radler.
Il posto è familiare e, a parte noi, c'è soltanto una coppia di escursionisti.

Riprendiamo il sentiero e dopo aver superato qualche tratto ripido e scivoloso, arriviamo ad una radura che ci porta alla Malga Seggiola (1.940 mt). Ci fermiamo nuovamente per un caffè al volo e per fare riposare le ginocchia e le caviglie prima del secondo tratto di duro sentiero che con ripidi pendii ci conduce ad un ponte di legno che ci fa varcare lo scrosciante Rio Sciliar che scende in una profonda gola rocciosa. Siamo finalmente arrivati al cosiddetto "Prügelweg".


Un tratto di sentiero che attraversa la gola del Rio costruito interamente con palanche di legno per portare più agiatamente le vacche sugli alpeggi in estate .
Il sentiero dei tronchi viene chiamato anche "Knüppelweg".





Il nome "Knüppelweg" deriva dal modo in cui é stato costruito l'accesso alla Fossa dello Sciliar la cosiddetta "Sesselschwaige".


Attraversandolo notiamo infatti che é costituito da innumerevoli tronchi di legno dalle dimensioni variabili, in tedesco anche chiamati "Knüppel".

Questo sentiero-ponte in legno é lungo circa 1,5 km e venne in parte giá costruito in epoca medievale per rendere possibile il passaggio delle mandrie attraverso la profonda forra.
L'estrema verticalità delle pareti che formano questa gola come del resto la stessa costruzione in legno rendono l'escursione un esperienza spettacolarmente unica.


E’ questo un tratto di sentiero insolito e poco conosciuto, particolare ed impegnativo, dove le passerelle in legno si alternano a tratti lastricati e gradinati.
Da due anni è in completo rifacimento, così che transitando si può avere un'idea sia della vecchia struttura completamente in legno sia delle nuove strutture portanti in acciaio ancorate nella roccia.

Mentre le vecchie passerelle sono mantenute in legno di larice, fornito dal Comune di Fié. Il sentiero, inoltre, viene consolidato con muretti in pietra sul lato verso il torrente.
I lavori, interrotti durante l'inverno appena trascorso, sono ripresi questa primavera e proseguiranno fino alla loro ultimazione prevista entro l'autunno di quest'anno.
Durante i lavori il sentiero è transitabile solamente nei week-end quando il cantiere rimane chiuso.
Un ponticello ci annuncia la fine del tratto nella gola mentre ad un successivo bivio ( 1.625 mt)possiamo scegliere di tenere il sentiero n. 1 a destra in salita, oppure calare giù a sinistra sul sentiero n. 3.
In ogni caso, dopo circa 1 km le strade si ricongiungono per proseguire in discesa in mezzo ad un riposante e fresco bosco fino alla stazione a valle della teleferica che serve il rifugio Bolzano.

Finalmente arriviamo al guado del Rio di Fiè dove possiamo rinfrescarci e permettere ai nostri piedi stanchi un lungo pediluvio nell'acqua gelida del torrente.
Ancora un tratto di leggera discesa e arriviamo ai prati della Tuff Alm (1.274 mt ), una malga-ristoro molto frequentata durante i week-end estivi dai bolzanini in cerca di un pò di refrigerio dalla calura della città.

Dai prati che circondano la malga scendiamo a valle con il sentiero n°1, anche se sarebbe stato preferibile usare la forestale di servizio alla Malga, arrivando in breve ai Laghetti di Fié (1.036 mt).   Dopo quasi 1.500 mt di dislivello siamo veramente stanchi e così decidiamo di evitare l'ultima discesa verso Fiè e di salire sul bus (n. 13) che dal parcheggio del lago in breve ci riporta all'auto.

Questo luogo per me è come un libro. 
La maggior parte degli escursionisti che velocemente lo frequentano ne vede solo la copertina,  forse nel migliore dei casi arriva a leggerne l' introduzione.
Per me ogni uscita è uno stimolo a pensarne un'altra per scoprire ogni pagina di questo straordinario libro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...E c'è chi invece vive le tue giornate, la tua montagna, nelle tue parole e fa suo quel libro...
andando a scavare nel cuore di ogni frase, parola, sillaba...
Perchè anche se non è vissuto, anche se non è mio, Tu in quel modo appuntito di bellezza e unicità che scrivi riesci a far chiudere gli occhi e far sognare le tue ore lassù a chiunque...
P.S.

mario ha detto...

...ci sono luoghi, come certe persone, che, pur non vivendoli quotidianamente, sentiamo come nostri, perchè sono entrati nel nostro cuore ... per sempre.