sabato 20 ottobre 2012

Il giorno dei giorni

Ciò che è andato via spesso sembra migliore di ciò che è rimasto, ogni incanto svanito sembra essere più bello ora che non c'è più di quando rappresentava il presente.
 Ci sono giorni come questi in cui il mio sguardo è spesso rivolto al passato, alle cose che ora non ci sono più.

E provo come una vertigine inarrestabile nel tentativo illusorio di afferrarne i contorni che mi risultano, al contrario, sempre più sfumati.

Questi, come tutti i ricordi di te, non sono mai fermi e non conoscono, al di là della nostra illusione, la stabilità. Si muovono e si trasformano a seconda del momento che stiamo vivendo, a seconda di quello che siamo oggi e che non eravamo ieri.

Mi fermo.
Tra i rami del bosco soffia una fresca brezza autunnale che spoglia i rami delle foglie e, come anime leggere, le appoggia delicatamente al suolo.
Mi lascio travolgere da questo fall foliage rinunciando a quelle domande che non hanno avuto risposta allora, e forse mai l'avranno.


Cammino con passo leggero completamente rapito dai suoni e rumori del bosco e mi ritrovo sempre più a mio agio in questa nuova casa. E mentre mi rendo conto che spesso siamo incapaci di affrontare l'autunno, stagione della lentezza e dell'attenzione che ci costringe anche a confrontarci con noi stessi,  mi ritornano alla mente le parole con cui il poeta surrealista francese J.J. Prevert ha composto "Le Fuilles Mortes"



Oh, je voudrais tant que tu te souviennes, 
Des jours heureux quand nous étions amis, 
Dans ce temps là, la vie était plus belle, 
Et le soleil plus brûlant qu’aujourd’hui. 
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle, 
Tu vois je n’ai pas oublié. 
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle, 
Les souvenirs et les regrets aussi, 

Et le vent du nord les emporte, 
Dans la nuit froide de l’oubli. 
Tu vois, je n’ai pas oublié, 
La chanson que tu me chantais… 
C’est une chanson, qui nous ressemble, 
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais. 
Nous vivions, tous les deux ensemble, 
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais. 
Et la vie sépare ceux qui s’aiment, 
Tout doucement, sans faire de bruit. 

Et la mer efface sur le sable, 
Les pas des amants désunis. 
Nous vivions, tous les deux ensemble, 
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais. 
Et la vie sépare ceux qui s’aiment, 
Tout doucement, sans faire de bruit. 

Et la mer efface sur le sable 
Les pas des amants désunis…

Se poi aggiungiamo la musica e la voce stupenda di Yves Montand, credo che non si possa chiedere di più…
O forse si ?. Provate ad ascoltare allora la versione di Eric Clapton che è la seconda nella lista dell'ipod della musica di sottofondo. A voi la scelta.


 

Vedi non ho dimenticato …

domenica 14 ottobre 2012

Autunno: edulis e foliage

L’autunno è la stagione della caduta, la stagione dei boschi spogli e dei “materassi” di foglie a coprire la terra umida e la nascita dei funghi. Boschi e foreste verdeggianti dalla primavera alla fine dell'estate ora si “infiammano” trasformandosi in una tavolozza luminosa di tonalità quasi infinite.

Si chiama foliage quel fenomeno spontaneo per cui alcune specie di alberi (soprattutto latifoglie) in autunno cambiano il colore delle loro foglie, passando dal verde al giallo, dall'arancione al rosso al mattone. La diminuzione drastica di clorofilla, alla fine dell'estate, affievolisce il colore verde delle foglie e nello stesso tempo aumenta la produzione di altri pigmenti che sono presenti in misura minore anche nel periodo di crescita delle piante.
Tali pigmenti sono chiamati carotenoidi e creano le colorazioni pastello (giallo, marrone, rosso, arancione) delle foglie. Altri pigmenti importanti sono gli antociani, che regalano tinte rosse e viola e che, a differenza dei carotenoidi, si sviluppano solo alla fine della stagione estiva.

Ottobre, quasi per definizione, è il mese che apre le porte a questa particolare stagione, dove invece di aspettare magiche fioriture, come in primavera, ci meravigliamo del cambiamento e della caduta delle foglie, di questo magico periodo che viene, per estensione, chiamato fall foliage, un momento in cui la natura si fa bella morendo.

Ora, camminare in montagna per i boschi diventa meraviglioso: i rossi, i gialli e i marroni si fondono, regalando regalando gradazioni color oro al paesaggio e calpestare le foglie diventa una delicata sinfonia di scrosci e sussurri.
Romantico, per dire poco.
Suggestivo, per avvicinarci al concetto.