lunedì 15 agosto 2016

Le Creste del Pasubio e Cima XII

Le cime splendenti, i cieli talvolta oscuri ed insondabili sopra la nostra testa, gli scenari infiniti con la loro grandiosità e la loro bellezza misteriosa da sempre ci seducono e ci spingono a lasciare i ritmi e i problemi di ogni giorno per salire lassù.



Questa è la forza magnetica della montagna, che trascende l’inutile vanità della nostra frenesia giornaliera che ci impedisce, quando siano a valle, di cogliere il bello, l’infinito, l’eterno.
I sentieri ci chiamano e ci invitano a percorrere, come in una sorta di purificazione, le loro trame, i loro segreti, i ricordi degli eventi di una guerra che sembra lontana.
E questo richiamo ci spinge a ritornare lassù tra quelle rocce, sui pendii oltre le nuvole, sulle vette che speriamo di raggiungere, laddove i problemi lasciati a valle si fanno piccoli e banali.  

"Lassù dove la guerra ha fatto molto rumore, la pace e il silenzio accompagnano i nostri passi.
Quel silenzio così diverso da tutti i silenzi che conosciamo perché generato da tante grida di dolore e di aiuto che queste montagne hanno visto e subito. Qurl silenzio che ci aiuta a salire senza paura su speroni rocciosi e guglie appuntite o camminare per crinali isolati  tra mughi e praterie di stelle alpine. 


Solo così potremmo ammirare questa montagna in tutta la sua bellezza.
Solo così riusciremmo a sentire il profumo e i colori di migliaia di fiori nati dai corpi e dalle anime di migliaia di soldati che trovarono tra questi sassi la loro dimora eterna."